Le sentinelle di pietra del parco marino

Ecco un piccolo articolo culturale a proposito delle torri di avvistamento nella penisola, basato sulla conferenza “Le Sentinelle di pietra – le Torri di Guardia e di Difesa della Costiera di Amalfi e di Sorrento” organizzata dall’Archeoclub di Massa Lubrense il 30 settembre 2022. C’erano gli interventi di Stefano Rucco (presidente dell’Archeoclub), Salvatore Ferraro (accademico), Giovanni Visetti (cartografo) e Don Mario (ospitante l’evento). Quest’evento è stato l’occasione di saperne di più sulla ricchezza patrimoniale e storica del posto, con i suoi edifici emblematici che sono le torri sparpagliate sulle costiere amalfitana e sorrentina. È stato anche l’occasione di rendere un omaggio all’autore del libro più documentato su questo soggetto¹: Romolo Ercolino, storico di Positano, Massese adottivo che faceva scoprire la storia locale ai ragazzi di Massa, per diffondere le sue conoscenze, non solo con i suoi numerosi libri.

In questo articolo, quello che vorrei mettere a fuoco è la storia e l’esistenza delle torri sulle coste del parco. Tra le 46 studiate nel libro (da Castellammare fino a Vietri sul mare), le torri di cui trattiamo sono 13.

Mappa delle torri sulle coste dell’AMP (mappa : OpenStreetMap)

Storia delle torri di avvistamento

Per iniziare, presentiamo un po’ il contesto della creazione delle torri. La costruzione di queste torri è iniziata nel medioevo con lo scopo di avvistare e difendere le coste dalle incursioni dei saraceni (venendo dall’Algeria, dalla Tunisia) o anche di turchi e equipaggi barbareschi. Quando una minaccia era individuata, la guardia della prima torre a vederla, accendeva un fuoco di giorno come di notte, per segnalare col fumo (di giorno) e con la fiamma (di notte) l’emergenza. Questo segnale era trasmesso da una torre all’altra con la vigilanza delle guardie che vedevano il segnale su una delle due torri intorno, poi ripetendo il segnale per trasmetterlo alla torre successiva. Questo permetteva di formare una catena d’informazione ed allertare le popolazioni.

Per quanto riguarda alla tipologia delle torri, sono state costruite e modificate durante vari periodi, dal medioevo in poi, seguendo i cambi di potere nella regione:

  • le torri rotonde, così dette “angioine”, datano del ~1200′-1400′
  • le torri quadrate, così dette “aragonesi”, datano del ~1500′
  • le torri con restauri ulteriori del periodo borbonico, nel ~1700′-1800′

Secondo Salvatore Ferraro, le torri non hanno raggiunto loro scopo perché non sono riuscite a difendere il commercio (di grano) e neanche a proteggere delle rapine. Infatti, il 13 giugno 1558 è successo il saccheggio di Sorrento durante la festa di Sant’Antonio. Si racconta che la popolazione dormiva, con la versione popolare come “pia scusa del traditore che ha aperto le porte” secondo Ferraro, le cronache spiegando il fatto di una popolazione dormiente. Tutta la penisola è stata colpita, malgrado l’esistenza delle torri, una grande parte dei suoi abitanti scappò fin sul Monte Faito.

Perciò, gli abitanti si sono basati in altezza sulla costiera amalfitana, per poter scappare e difendersi meglio.

È importante anche di sapere che la difesa delle coste meridionali era una difesa delegata alle città dal potere centrale spagnolo, durante il periodo aragonese, per esempio. Infatti, ogni torre era armata e difesa dagli abitanti vicino alla torre.

Poi, le torri sono state curate fino alla caduta dei Borboni e l’Unità d’Italia. Durante l’era borbonica erano curate dagli enti pubblici, dai comuni – che non le mantenevano bene, com’è stato il caso a Punta Campanella – dato anche del fatto che la manutenzione di queste torri era molto costosa per i comuni.


Riguardo all’influenza delle torri nell’arte, molti viaggiatori, pittori, artisti ospitati nella regione, sono stati ispirati attraverso i secoli, come il ballerino Nureyev che ha creato il suo rifugio artistico nella torre dei Galli.


Inoltre, durante la lunga storia delle torri, alcuni ebrei furono nascosti nelle torri durante la seconda guerra mondiale, c’è una storia locale che tratta di un autoctono col fischietto che segnalava l’arrivo dei controlli della prefettura, così potevano scappare.

Le torri dell’AMP di Punta Campanella, dal Capo Germano fino a Capo di Sorrento:

  • Li Galli: torre molto importante per fare il legame tra la costa ripita dove non c’era una torre o abitanti e le altre torri intorno.
Torre dei Galli vista delle Mortelle
  • Sant’Elia
  • Crapolla (o di San Pietro ad Capona)
Torre di Crapolla vista dalla chiesetta di San Pietro e San Paolo
  • Recommone
  • Marina del Cantone
  • Montalto (o della Mortella)
Torre di Montalto vista dal mare
  • Minerva (Punta Campanella): la sua prima versione è stata costruita nel 1200′, e la sua forma successiva nel 1500′. Prima, al suo posto, si trovava un tempio dedicato alla dea Minerva.
Torre di Punta Campanella (Minerva) vista dalla baia di Ieranto
  • Fossa di Papa
  • Vaccola (Punta Baccoli)
  • San Lorenzo
  • Capo Corbo (Capo Corvo)
  • Capo di Massa (o di Vilazzano)
  • Capo di Sorrento: torre scomparsa.

Per concludere, come sottolinea Ferraro, bisogna fare di queste torri un museo all’aperto perché si tratta di un’opera importantissima. Don Mario durante la conferenza ha aggiunto che è fondamentale far capire la ricchezza della cultura e l’importanza della sua conservazione ai ragazzi e ai giovani.

Il territorio di Massa è tanto ricco di patrimonio culturale e storico, c’è bisogno di sensibilizzare a proposito di questo ma anche di conservarlo.

¹ Per saperne di più, raccomando la lettura di ERCOLINO, Romolo, Sentinelle di pietra – le Torri di Guardia e di Difesa della Costiera di Amalfi e di Sorrento, Nicola Longobardi Editore, Castellammare di Stabia, 2022.

Paul Descoeur