TUNISIA : UNA SITUAZIONE AMBIENTALE ALLARMANTE !

Le strade residenziali e le aree commerciali, ma anche le coste costiere e le regioni turistiche sembrano -discariche a cielo aperto. La Tunisia sta vivendo un forte calo nel mantenimento del suo ambiente urbano e rurale e questo degrado continua senza un’apparente riduzione. L’assocazione AHTARAME é stata nella Regione di Tunisi nel luglio scorso e ha fatto una osservazione allarmante della qualità dell’ambiente sia nei paesi della regione sia nel resto del paese. Anche se questa conclusione rimane ovviamente personale e si basa su periodi e luoghi specifici, vuole comunque dipingere il quadro di una Tunisia che appare cieca alle sfide attuali e future.

Tunisie 2015
Tunisie 2015

Un contesto politico dove l’ambiente non è considerato…

La Tunisia sta attraversando una grave crisi politica ed economica e la sua situazione è peggiorata, soprattutto dopo la rivoluzione del 2011 e, ancora di più, con i due recenti attacchi a Bardoe Sousse. Ed è soprattutto l’ambiente che ne sta soffrendo. In effetti, il governo recentemente eletto sta cercando di attuare alcune misure politiche di emergenza in cui l’ambiente non è in primo piano: lo sviluppo economico, la creazione di occupazione e la lotta contro la disoccupazione, lo sviluppo delle infrastrutture e la ricostruzione del paese. Le manovre politiche si concentrano principalmente sullo sviluppo del settore turistico, fonte di occupazione e di reddito per la maggior parte del paese. Sfortunatamente, questi piani di ricostruzione economici sono a scapito dell’ambiente naturale. Non ci sono attualmente né supporto politico né risorse economiche adeguate per sostenere la tutela del patrimonio ambientale e della salute umana. La situazione della popolazione è deplorevole e i politici soffrono di una mancanza di credibilità, data l’entità della situazione che sembra superare le loro competenze. Tutto questo rende la politica di salvaguardia ambientale quasi inesistente.

… e la popolazione perde interesse

Il servizio della pulizia delle strade della capitale è stato vittima in questi ultimi anni di molti scioperi, finalizzati ad un aumento dei salari e a miglioramenti delle condizioni di lavoro. Ciò ha portato ad un grande peggioramento della pulizia delle strade della capitale e dei suoi dintorni. Peggiormaneto paragonabile alla situazione che ha vissuto alcuni anni fa la città di Napoli, dove i netturbini avevano smesso di raccogliere la spazzatura per diverse settimane e la camorra incendiava i rifiuti. Gli scioperi ripetuti, i dipendenti demotivati, la mancanza di fondi e di sostegno da parte del governo hanno facilitato il disinteresse della popolazione per la gestione dei propri rifiuti. Ma alcune piccole associazioni nazionali o di quartiere sono attive e monstrano coraggio e determinazione nel promuovere e veicolsre un messaggio di protezione. Purtroppo non sono supportati dalla popolazione per cui l’ambiente non risulta una priorità.

Gestione dei rifiuti e turismo

La zona costiera della capitale che va da La Marsafino a Goulette, passando per il famoso sito di Carthage, era in passato un luogo pulito e curato. Oggi, come dimostrano le fotografie, la zona balneare è una vasta area di rifiuti, che comprende le strade, gli angoli delle strade, l’ingresso delle abitazioni e, peggio ancora, la spiaggia e il mare.

La Goulette - July 2015
La Goulette – July 2015

IMGP2731Hammamet, un’altra zona balneare, gestita in modo migliore da un punto di vista turistico, accoglie sulle sue spiagge migliaia di turisti che abbandonano i loro rifiuti sulla spiaggia. Le bottigie di plastica é uno dei problemi più importanti. I bagnanti le gettano sulla strada quando vano via, dopo averle usate per lavarsi i piedi. Questo crea ovviamente un numero spropositato di bottiglie che non finiranno in una zona di smistamento ma, per la loro leggerezza, arriverannoin mare. Il problema è che gli albergatori e il comune della città non comunicano abbastanza e dovrebbero cooperare per educare i visitatori su questo tema.

Una normalità preoccupante

La popolazione nuota nei rifiuti, i bambini giocano con questi oggetti abbandonati (borse, bottiglie …) e questo sembra normale!!! D’altro canto, ciò che preoccupa la popolazione é quando la spaggia sembra «sporca», cioè quando la Posidonia (pianta marina naturale) si accumula, anche se questa pianta é un residuo naturale del mare. La Posidonia somiglia ad un’alga verde e possiamo trovarla su tutte le coste del Mar Mediterraneo. É un elemento naturale ed é essenziale all’ecosistema marino. Preferiamo nuotare con i rifiuti di plastica o con le piante inviate naturalmente del mare?

Non aspettiamo il governo, dobbiamo agire adesso!

Il degrado ambientale deve cessare di essere una preoccupazione solo di una minoranza della popolazione, perché ci riguarda tutti. Si creeranno per le future generazioni gravi pericoli sanitari e igienici, il degrado ambientale farà spaventare i visitatori, ridurrà i rendimenti della pesca e dell’agricoltura. Ci interesserà in tutti i settori.

Non è sufficiente essere favorevoli con le idee su come migliorare l’ambiente del paese, dobbiamo agire concretamente e tempestivamente. Il concetto di ‘”io” da un lato e “gli altri” dall’altro” può trasformarsi in”NOI agiamo insieme per il nostro bene” e “Noi rispettiamo il nostro ambiente”. Un’azione comune è la base per la protezione delle specie animali e vegetali e per una migliore gestione dell’ambiente. Il popolo tunisino deve riflettere quotidianamente sulle possibili soluzioni, senza aspettare che il governo metta in atto azioni.

È sufficiente una semplice raccolta differenziata in casa, creando un compost economico nell’orto, un riciclaggio di oggetti, un consumo più riflessivo(per esempio evitando i sacchetti di plastica utilizzati in media 20 minuti in totale per trasportare i nostri acquisti).Tutto questo è ovviamente fattibile ed economicamente sostenibile, basta essere motivati.

Termino la mia valutazione triste e negativa della situazione ambientale richiamando tutti ad agire per un futuro sostenibile e vivibile. Ma non dispero perché molto è possibile grazie al sostegno e all’impegno della popolazione.

Tabarka 2014
Tabarka 2014

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