Organismi di parete ??

La Penisola Sorrentina, lingua di terra che corre verso il mare aperto, marca il confine tra il Golfo di Napoli e quello di Salerno. La sua posizione geografica la sottopone quotidianamente a delle correnti forti, che costituiscono un fattore importante d’influenza sugli ecosistemi che ospita. E’ caratterizzata da coste alte e scoscese di natura calcarea, e presenta in molte zone un substrato coerente di rocce. All’ estremità della penisola, fermiamoci un’attimo alla Punta Campanella, e più precisamente alla Baia di Ieranto, dove delle condizioni ambientali specifiche spiegano la presenzia e la ripartizione di specie animali e vegetali.

Tranne il substrato roccioso, primo fattore di distribuizione delle specie, dobbiamo sottolineare la particolarità geografica della baia che presenta due faccie esposte al sud (da Punta Campanella alla spiaggia grande / da Punta Capitello alla sipaggia piccola) e due faccie esposte al nord (da Punta Penna alla spiaggia piccola / da Punta Capitello alla spiaggia grande), sulle quale si osservano delle condizioni di luminosità ed apporti di calore diversi. D’altra parte, la baia è percorsa da venti che, oltrepassando le falesie che la proteggono, creano delle correnti che favoriscono la risalita di acqua profonda, che oltre ad essere più fresca e piluta, è ricca di ossigeno e nutrienti.

Per scoprire gli organismi che vivono in queste condizioni particolari, abbiamo trascorso una giornata per effettuare dei rilievi, per poi analizzarli, e capire la distribuzione delle specie. Ci siamo concentrati sugli organismi di parete : alghe e biocostruzioni, e per questo, ci siamo divisi in due squadre. La prima squadra, in kayak, aveva la missione di percorrere la baia rasentando la roccia alla ricerca di biocostruzioni mentre l’altra, in mare, equipaggiata di maschere e pinne, faceva un inventario delle alghe.

Le biocostruzioni:

«Una biocostruzione è qualsiasi struttura edificata da esseri viventi che si eleva dal fondo verso la superficie del mare e modifica, sia fisicamente che ecologicamente, l’ambiente locale (Fagerstrom, 1987; Bianchi e Morri, 1996; Bianchi, 2001). Le biocostruzioni tendono ad aumentare di volume o di spessore per l’accumularsi di generazioni successive di organismi, ma possono andare incontro a distruzione in seguito all’azione di organismi demolitori, secondo un ciclo di bioerosione (Bressan et al., 2001)»

Il gruppo in kayak ha quindi scoperto la presenza di quello che chiamiamo in francese dei «trottoirs», concrezioni di alghe rosse (sopratutto Lythophyllum byssoides e Corallina elongata) mineralizzate, che formano un tipo di marciapiede di roccia di origine vegetale. Queste biocostruzioni, per lo piu plurispecifiche, sono dunque il risultato di una lenta crescita, sovrapposizione e successiva fossilizazione dei talli (corpi vegetali) almeno in alcune parti morte. Possono assumere una notevole importanza paesaggistica come veri e propri «monumenti naturali», creando inoltre una maggiore disponibilità di nicchie per le specie preadattate a vivere nella zona intertidale (spazio di roccia interessato dall’escursione di marea). La presenza di queste formazioni è stata avvistata nelle grotte e nelle faglie rocciose (vicino Punta Campanella, verso la punta e la grotta del Capitello e nella grotta Zenzinada) dove le condizioni di scarsa luminosità e di temperature relativamente costanti sono unite per permetterle di crescere.

D’altra parte, sia sulle facce esposte al nord che su quelle esposte al sud della baia, sono stati trovati fossili di corallo vecchi 130. 000 anni, quando il livello del mare era piu elevato e la temperatura più alta, condizione necessaria per dar vita a biocostruzioni così sviluppate (per esempio sull’isola di fronte alla Zenzinada, tra Punta Capitello e la spiaggia grande, tra Punta Capitello e la spiaggia piccola …)

Le alghe:

Per fare l’inventario delle alghe, il secondo gruppo ha fotografato, al livello della superficie, 10 punti sulla faccia esposta a nord e 10 punti sulla faccia esposta a sud della baia. Poi, con l’aiuto di un programma informatico, il gruppo ha provato ad estimare la percentuale di copertura di ogni tipo di alghe per punto fotografato. Alla fine della giornata, hanno scoperto che la maggioranza di alghe rosse (Rodoficee)vivevano sulla faccia esposta a nord, mentre sulla faccia esposta a sud si trovavano maggiormente alghe brune (Feoficee)e verdi (Cloroficee).

La separazione dei gruppi di alghe in base al loro colore può sembrare superficiale, ma salvo alcune eccezioni, questa suddivisione è sostenuta da differenze biochimiche fondamentali. In tutti i gruppi sono presenti le clorofille, ma nelle alghe brune e rosse il pigmento verde è mascherato da pigmenti accessori -bruni e rossi- che conferiscono colorazioni distinte.

Di solito, tranne in alcune eccezioni, le alghe verdi sono più comuni vicino la superficie, le brune nella fascia a profondità maggiori e le rosse da quest’ultima fascia sino alle acque più profonde. Vale la pena ricordare che, dove si verificano delle eccezioni nella distribuzione verticale, si notano anche delle variazioni nel colore fondamentale. Per esempio, le alghe rosse che si trovano nella zona intercotidale superiore ( la zona dell’ambiente marino compresa tra i livelli della bassa e dell’alta marea) possono avere un colore porpora intenso, verdastro o praticamente nero. Le alghe brune presenti nella stessa zona possono essere giallastre o verdastre, mentre quelle presenti in acque più profonde, al di sotto della zona intercotidale, sono spesso di colore pressochè nero. Queste modificazioni -che si osservano frequentemente all’interno di una stessa specie- sono provocate da una variazione nelle quantità relative dei differenti pigmenti presenti nelle cellule e rispondono a variazioni delle condizioni di luminosità .

Ecco alcune delle aglhe trovate nella baia di Ieranto durante questa giornata:


Alghe verdi:

Sono le alghe più numerose e abbondano sopratutto nei mari caldi. Sono presenti sino alla profondità di 10 metri con una grande varietà di forme e dimensioni. Le alghe verdi hanno tutte in comune il fatto di possedere clorofilla in proporzioni simili a quelle delle piante.

> Monetina di mare, Halimeda tuna

Monetina di mareE un’ alga composta di una serie di segmenti a forma di dischi e riuniti tra essi in modo che fanno pensare ad un fico d’india in miniatura. La colorazione è verde o verde-giallo, con le righe bianche dovute alle incrostazioni calcaree. Spinge sui sostrati rocciosi dalla superficie fino a 75m di profondità, e misura fino a 10 o 20 cm di altezza.

> Caulerpa a grappoli, Caulerpa racemosa

Caulerpa a grappoliSi può trovare in tutti i tipi di fondale (sabbia, fango e roccia) da 1 a 40 m di profondità. Alga dai rametti eretti con piccoli grappoli di color verde ramificati. Il tallo è composto da un ramo principale, leggermente ingrossato che fa penetrare il rizoide nel terreno permettendo all’alga di assimilare sostanze dal substrato.

La Caulerpa racemosa sta colonizzando i nostri mari facendo diminuire in maniera drastica varie specie autoctone. La sua rapida diffusione è dovuta alla facilità di riproduzione attraverso piccoli frammenti trasportati dalle reti o dalle ancore delle imbarcazioni che una volta raggiunto il nuovo substrato riformano il tallo completo dell’alga.

> Ventaglio di mare, Udotea petiolata

Ventaglio di mareAlga verde a forma di ventaglio ai bordi arrotondati, sostenuta da un corto peduncolo con cui si ancora alla roccia. Al momento della riproduzione, i bordi si scoloriscono e diventano bianchi. Questa alga non ama molto la luce, e si trova di solito tra 5 e 10m fino a piu di 40m di profondità. Misura fino a 10cm di altezza Cresce sui substrati rocciosi e coralligeni, in associazione con altre alghe. È inoltre un componente delle comunità epifite di Posidonia oceanica e di Cystoseira spp.

Alghe brune :

Abbondano nelle acque fredde sui fondali più duri e ciottolosi, si annoverano il Fuco gigante, un’ alga con le caratteristiche fronde munite di vescicole per il galleggiamento, e i Sargassi, di aspetto simile a quello delle piante con bacche e foglie.

> Coda di pavone, Padina pavonica

coda-di-pavone-22Il nome “Coda di pavone” deriva dalla forma caratteristica del tallodell’alga, che si apre a ventaglio a partire da un peduncolo ancorato al substrato tramite rizoidi. La consistenza è coriacea. Il colore è bruno chiaro, tendente al bianco, con bande più o meno scure per via della presenza di carbonato di calcioche si fissa sulla superficie dell’alga. Le dimensioni raggiungono i 20 centimetri di diametro, e cresce dalla fine del periodo invernalefino a primaveraavanzata; la riproduzione avviene in estate. La coda di pavone è comune nel Mediterraneo, e si presenta spesso in raggruppamenti numerosi, da pochi centimetri fino a circa 20 m di profondità, su fondali duri ben illuminati. Sopporta bene variazioni anche ampie della temperatura

Curiosità : Dalla P. pavonica viene estratto un principio attivochiamato Padina Pavonica HPS3 utilizzato in cosmeticaper idratarela pelle. L’HPS3 va a stimolare nelle cellule la produzione di glucosaminoglicaniche hanno la capacità di trattenere l’acqua e quindi di combattere l’invecchiamento cutaneo.

> Nastro a Forcelle, Dyctyota dychotoma

Nastro a forcelleForma ciuffi alti fino a 20 cm, di colore dal verde iridescente al bruno, costituiti da sottili lamine ramificate dicotomicamente (a due a due), che terminano con un apice bilobato ed arrotondato. Si fissa al substrato grazie ad un intreccio di rizoidi che formano una sorta di disco adesivo. Predilige i fondali rocciosi a partire da pochi metri di profondità, spesso in associazione con Cystoseira e Dyctyopteris, fino a 20-25m. La fase riproduttiva va da marzo ad agosto, periodo nel quale sulle fronde sono visibili, come piccole macchie scure, i tetrasporangi (organuli preposti alla formazione delle spore). Dalle spore si liberano i gametiche vengono trasportati dalla corrente.


Alghe rosse :

Offrono la massima varietà e abbondanza nei mari tropicali ma sono molto numerose anche in acque più fredde. Si trovano su fondali ciottolosi e sabbiosi e raggiungono di solito notevoli profondità : nel Mar Mediterraneo si trovano intorno ai 150 metri di profondità; molte di esse sono caratterizzate da ramificazioni rigide che le fanno assomigliare ai coralli.

> Alga bucatino, Trichleocarpa fragilis

Alga bucatinoE’ un’alga di consistenza calcarea, dura al tatto, di colore rosa o rossa, facilmente riconoscibile dalla forma ramificata e dai fori presenti sugli apici. Raggiunge circa 10 cm di diametro. È un’alga cosmopolita. Si trova nel Mediterraneo ma anche in tutti gli altri oceani nelle zone calde e temperate.Vive su fondali rocciosi a partire da circa 1m di profondità

> Corallina comune, Corallina elongata

Corallina elongataAlga rossa composta da elementi calcificati a forma di piuma e di colore rosa. Molto tollerante alle variazioni delle condizioni ambientali, può formare dei vasti tappeti nelle acque poco profonde. È un’alga rossa di consistenza calcarea, ramificata ed eretta che si sviluppa sui fondi rocciosi e misura fino a 12 cm. Il tallo aderisce al substrato roccioso mediante una crosta adesiva discoidale. Popola i fondali rocciosi sino ad una profondità di 5–6 m.

> Rosa di mare rossa, Peyssonnelia rubra

Rosa di mare rossaSpecie a forma di foglia, si allarga orizzontalmente e si attacca al substrato per mezzo di rizoidi: incisa o lobata al margine, segnata da linee radiali o concentriche sulla superficie. Colore che varia dal rosso scuro al rosso bruno. Comune su rocce ed alghe vicino alla superficie del mare, in luoghi molto ombreggiati, grotte e nicchie, e in profondità fino a 60 m. Sono alghe perenni, con organi di fruttificazione presenti da settembre a febbraio.

> Anfiroa rossa, Amphiroa rubra

Anfiroa rossaL’alga anfiroa rossa è composta nella ramificazione di un tallo di formazione calcarea e quindi rigido ma fragile. E di colore rosa acceso verso la base dei talli al rosa quasi bianco all’apice

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E stata una bellissima giornata di esplorazione marina nel cuore della baia dove lavoriamo tutti i giorni. Scoprire queste specie, che riflettono le particolari condizioni dell’ambiente di Ieranto, ci ha permesso di aprire gli occhi e di imparare a vedere il mondo degli organismi di parete di questo posto stupendo. Adesso vediamo la baia con un’altro sguardo. Venite pure voi a scoprirla!

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