Omaggio al Mare, un momento da Franco (detto Diogenes)

« Lo iodo per combattere l’odio », bell’ anagramma trovato da Fanco, arstista filosofo inamorato del mare. Franco è nato e cresciuto a Nerano, e da piccolo, sempre gli è piaciuto, come a molti di noi, fare il bagno ed essere vicino alla grande distesa blu. Dopo aver studiato l’arte (e la vita) in Londra, è finalmente tornato nel suo paese, alle sue radici, ed ha aperto un bar sulla piazeta di Nerano che non è quasi cambiata dalla sua infanzia. In seguito, ha trasformato il suo bar in una vera mostra dedicata al mare, e qui, potete bere il caffè in mezzo a pensieri filosofici, pitture e sculture elaborate con diversi oggetti incontrati nell’aqua. Il mare è la sua musa, ed il suo momento preferito per scrivere è l’inverno. Quando non c’è nessuno e che puo tranquillamente ascoltarlo, osservare le sue numerose sfumature di colori, si immerge in totale comunione con la natura. Assaporando una granita al limone al suono di misica napoletana, ci ha precisato il senso della sua opera:

Un elemento principale guida la sua propria storia: Il mare. Il mare come origine e fine di tutto. Quello è pure l’idea prima nella sua opera. Ricordando i cicli naturali di molte specie che tornano sempre allo stesso posto della loro nascita, ci spiega che tutti, in un certo modo, ci sentiamo attrati dal mare perché, come dice, « circa il 72% del nostro corpo è costituito di liquidi (giusto come la Terra) quindi sente nostalgia della sua origine. Percio è importante essere sempre in contatto con la natura, non solo quando fa bel tempo ». Inoltre, Franco, attraverso la sua opera, rende omaggio al mare che cura il corpo come lo spirito, e ci fa sentire cosi bene, liberati, piu leggeri…« La salute nostra dipende del « dottor mare » … Il nuoto riempie il vuoto ». Da un certo punto di vista, Franco, raccogliendo oggetti per darl loro una nuova vitta, quindi togliendoli dall’acqua, cura il mare come il mare cura lui… una certa simbiosi tra di loro, insomma.

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Luce strana sulla baia di Ieranto catturatta da Franco

A questo punto, Franco evoca un po tristemente una certa malinconia del tempo passato. Oggi la gente ha dimenticato la sua origine acquatica, e si osserva una mancanza di rispetto verso il mare e l’ambiente. Ce lo dice la quantita incredibile di rifiuti che possiamo veder galleggiare cosi spesso, o che si arenano ogni giorno… come ad esempio nel Pacifico si è formato il cosi detto « sesto continente di plastica», che cresce ancora. L’opera di Franco non consiste unicamente nella descrizione del suo amore per il mare che l’ha visto crescere, ma anche nella denuncia della sua situazione attuale. Ci raconta come l’ha visto degradarsi anno dopo anno: « Prima, nella zona, c’era la foca monaco. I pescatori raccontano che arrivavano a terra, mangiavano chicchi d’uva e poi, tornavano in mare. Evoca anche l’ « orecchio di Dioniso » e l’ippocampo, che vedeva da piccolo, e che non si vedono piu. L’azione del uomo a fatto del mare che ha conoscuito un altro mare: « Ora con i fertilizzanti che vanno al mare, non è piu lo stesso, dopo il bagno, ho bisogno di una doccia »

Dal suo messagio, ci rimane questo : Recuperiamo i valori di prima, da quello dipende il nostro futuro. « La terra non ha bisogno di noi, noi invece si. Siamo arrivati al putno in qui non basta piu non sporcarla, ma bisogna curarla ».

Il NUOTO RIEMPE IL VUOTO

« Senza la guerra
Paradiso è la Terra
Del Mare lo iodio
Per sconfigere l’odio.
Il nuoto riempie il vuoto.
Nuotare come volare
Ma il naufragar
Non m’ è dolce
In questo mar…
Di naufraghi extra comunitari »

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