Pesca nel parco

LA BAIA DI IERANTO: UN POSTO DI MERAVIGLIE DA PROTEGGERE

La Baia di Ieranto è conosciuta dagli umani da tanto, quanto siamo capaci di ricordare. Dalle sue terre abbiamo raccolto l’olio di oliva, frutta e aromi mediterranei; delle sue acque abbiamo pescato tanti pesci succulenti e abbiamo anche trovato rifugio dai venti del mare. Per la sua bellezza ipnotica e per le sue ricche risorse questa baia è sempre stata un posto di sacra devozione alla dea greca Atene, poi alla romana Minerva, duraturi simboli di purezza, poesia, saggezza e artigianato e mestieri. Ed è stato anche un luogo di magia, misticismo e meraviglia: le descrizioni elusive di Plinio il Vecchio e di Omero possono riferirsi a questa Baia come la dimora delle ipnotiche Sirene. Essendo la Finisterra Sorrentina,la frontiera tra il Golfo di Salerno e  quello di Napoli. 
Ma i tempi cambiano: le nostre eterne richieste per le risorse della Natura continuarono a crescere tanto in fretta quanto noi ci siamo moltiplicati e diventati più esigenti. Lo sfruttamento della Baia ha avuto il suo apice nella prima metà del secolo scorso: abbiamo raso al suolo la terra per l’industria dell’acciaio – cardinale per la costruzione e per la guerra; abbiamo sfruttato il suo mare con pesca illimitata, ancoraggi imprudenti e liberando rifiuti in mare come la plastica, essendo quello di maggiore preoccupazione.
Inoltre luoghi apparentemente magici e pieni di risorse non prosperano in eternum  se non curati nel modo giusto. Perciò la Baia è considerata un’area marina protetta ed è sotto la tutela del FAI. Di tutte le misure prese per riassicurare il benessere di questo posto e delle sue specie, qua descriviamo le norme di pesca della Baia: come si inseriscono i pescatori in questo ecosistema marino, come il parco ha legiferato il loro mestiere e che modalità e attrezzi sono considerati. Per ultimo, esponiamo le testimonianze di alcuni pescatori riguardante le loro attività e preferenze.  

REGOLAMENTO DELLA PESCA NEL PARCO E NELLA BAIA DI IERANTO

Le norme del parco marino riguardano I pescatori come agenti omeostatici di questo ecosistema, essendo i marinai visti come predatori dell’ambiente marino, per il quale un’equillibrio che riguarda le popolazioni di pesci è raggiungibile e durevole se la pesca è mantenuta dentro dei limiti di piccola scala. È per questo che la pesca è permessa nell’area marina protteta (con la stretta esclusione di alcune specie di pesci e molluschi), sempre coll’autorizazzione previa del Parco Marino. Alla Baia di Ieranto non è diverso ma dovuto all’aumento di visitatori d’Estate non è permessa l’attività di pesca lì dal primo Giugno fino al 30 Settembre. Oltre a questo, nella Baia di Ieranto è permessa la pesca professionale mentre la sportiva non lo è.

PESCARE NEL PARCO MARINO: DEFINIZIONI E SCALA DELLA PESCA

La  pesca professionale nel parco marino è possibile perché è fatta in un modo artigianale e perciò serve alle necessità della communità locale. Invece la pesca professionale industriale è fatta a una scala molto più grande. Applicata alla penisola sorrentina distrugerebbe le popolazioni delle sue specie, diversi habitat, disturberebbe le catene alimentari e perciò causerebbe un “ecological meltdown” e una perdita di biodiversità irrecuperabile in un breve periodo di tempo. Per questo non è permessa nel parco marino.
A sua volta, la pesca sportiva, sebbene può sembrare di avere impatti minori nell’ecossistema può avere serie conseguenze. Dato che i pescatori professionisti sono registrati all’interno della Baia, se si pescasse in maniera sportiva, non ci sarebbe un controllo del peso liquido della vita marina che verrebbe estratta dai nostri mari e perciò sarebbe impossibile avere dei riferimenti per fare impegni di conservazione. Sopratutto per questa ragione è vietata la pesca sportiva a Ieranto e nelle altre zone B.

Detto questo, le prossime tre tabelle rivellano quali tipi di attrezzature di pesca artigianale sono e non sono permesse nel parco e come le sue caratteristiche sono regolate per legge:
 

PESCATORI NEL PARCO MARINO: LE LORO TESTIMOGNIANZE E ESPERIENZE

Nella conservazione della natura spesso c’è la necessità di proteggere diverse specie e habitat mentre se deve permettere determinate attività antropogeniche in certa misura, come la estrazione di risorse naturali. In questo caso i pescatori non sono riguardati come nemici o agenti da annichilire da questi ecosistemi marini. Loro sono riguardati come predatori nel topo della catena alimentare la cui attività può essere in bilancio con i cicli di vita marini. Detto questo, se regolata per legge e controllata regolarmente, la pesca può continuare nel tempo portando prosperità alla comunità locale senza turbare l’equilibrio della natura. Come esempio, giù segue la testimonianza di Giuseppe Iaccarino, un pescatore sportivo locale che ha una predilezione per le nasse e pesca occasionalmente nella zona C del parco. Inoltre c’è una breve descrizione della nassa.

TESTIONIANZIA DI PEPPE

Peppe è un pescatore sportivo già da più di 20 anni; conosce la Baia di Ieranto come la palma della sua mano ed è un elemento inderogabile del nostro gruppo poiché ci da un aiuto essenziale nel monitoraggio della baia dal giorno alla sera. Lui preferisce usare la canna da pesca e le nasse; di solito pesca nella zona C, verso Positano oppure Sorrento.
Secondo la sua esperienza le migliori stagioni per pescare sono da Settembre ad Ottobre e durante la Primavera poiché la temperatura è più calda e perciò i pesci sono più a superficie.
Peppe usa diversi tipi di esca, dai pesci ai molluschi e sempre di specie autoctoni. Le cambia d’accordo con quello che vuole pescare.
In rispetto alle nasse, le colloca a circa 25m di profondità per più o meno quattro ore. Come lui dice: “Quando ti va bene, ti va bene”: alcune volte riesce a cacciare dagli 8 ai 10 cefalopodi, ma ci sono anche dei giorni in cui lui non pesca proprio niente. E poi, perché giorni di abbondanza come quelli detti precedentemente sono giorni di festa, Peppe spesso condivide quello che cattura con parenti e amici. Inoltre non li conserva perché “il sapore non è lo stesso”.

NASSA: Attrezzo tipico della pesca artigianale, la nassa è una trappola che si pone sul fondale. Solitamente al suo interno si introducono delle esche per attirare pesci, molluschi e crostacei. Possono essere realizzate con vimini, giunco, reti di legno o ferro o materiale plastico. La bocca di ingresso è a forma di imbuto ed è generalmente fatta a mano con fil di ferro o rete.
Con essa si catturano seppie, polpi, granchi, gamberi, triglie e altri.